Una delle architetture più eccentriche e sorprendenti dell’architetto Giulio Ulisse Arata, realizzata tra il 1911 e il 1913 per conto degli imprenditori Nebo Berri e Innocente Meregalli. I plastici prospetti, sui quali si distribuisce un campionario di forme fantastiche (putti, figure antropomorfe e zoomorfe), preannunciano l’eclettica atmosfera neo-medievale che si respira nel vestibolo d’ingresso. Qui si possono ammirare gli affreschi e i mosaici di Piero Adamo Rimoldi, i ferri battuti di Alessandro Mazzucotelli e, in fondo, la “Vittoria alata” dello scultore milanese Adolfo Wildt.