Tra i più significativi esempi di architettura liberty milanese, il palazzo (1901-1903) nasce dal sodalizio tra l’architetto Giuseppe Sommaruga e l’ingegnere Ermenegildo Castiglioni. Sopra la semplice partitura architettonica si distribuisce un’esuberante decorazione che dal basamento con finestre circolari aperte nel bugnato grezzo a imitazione della roccia, attraverso i pannelli floreali dei davanzali, i putti delle finestre del piano nobile, opera dello scultore Ernesto Bazzaro, giunge alle api in metallo del cornicione di coronamento. La floreale cimasa del portale, dalla quale spunta la testa di un putto, sostituisce i due nudi scultorei femminili – le cui vistose natiche avevano fatto dare al palazzo il soprannome scherzoso di “cà di ciapp” – rimossi perché considerati sconvenienti e successivamente trasferiti sul fianco di villa Faccanoni, sempre a Milano.